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Rifiuti Elettronici

Smaltimento Rifiuti Elettronici

Benvenuto su Rifiuti Elettronici, il Magazine dedicato allo Smaltimento Rifiuti Elettronici ed all’Ecosostenibilità compreso anche il Risparmio Energetico.

 

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Rifiuti Elettronici: Cosa Sono

Ogni anno finiscono in discarica tonnellate di rifiuti elettronici. I rifiuti elettronici, più propriamente chiamati RAEE (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), sono tutti quegli apparecchi che, per un corretto funzionamento, dipendono da correnti elettriche o da campi elettromagnetici.

Tra questi sono comprese le attrezzature in grado di generare, trasferire e misurare correnti e campi, che sono state progettate per essere utilizzate con una tensione non superiore a 1000 volt per la corrente alternata e a 1500 volt per la corrente continua.

Sempre su base annua si stima che vengano gettate via 16.300 tonnellate di ferro, 12.200 tonnellate di plastica, 2.500 di alluminio e ancora grandi quantità di rame, argento, oro e palladio. Quasi 7 chili di rifiuti RAEE pro capite.

Questo genere di rifiuti non solo è in aumento vorticoso, con percentuali di crescita da capogiro in ogni paese del mondo, ma aumenta anche la tipologia di apparecchiature che utilizziamo per un breve periodo, ossia strumenti tecnologici connotati da un ciclo di vita modesto, spesso inferiore ai dodici mesi e che quindi finiscono tra i rifiuti molto velocemente rispetto ad altri beni di utilizzo molto più prolungato. Tutto ciò è la conseguenza di una sempre maggiore offerta di tecnologia spicciola nel nostro quotidiano.

Smaltimento Rifiuti Elettronici

Come è facile immaginare, questa immensa massa di rifiuti prevalentemente metallici e con contenuti anche pericolosi per l’ambiente, deve essere smaltita in modo appropriato e secondo precisi requisiti di legge.

La normativa in vigore in Italia rimanda al Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche. In particolare, per i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche occorre fare riferimento al D.Lgs. 14 marzo 2014, n. 49, in attuazione della direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).

La regolamentazione europea si riconduce ai vasti programmi comunitari di realizzazione delle politiche a tutela dell’ambiente e concentrate sulla promozione di uno sviluppo economico e sociale sostenibile. Questa normativa identifica nello smaltimento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) uno dei comparti che richiedono una stringente ed efficace regolamentazione, che risponda quindi ai principi di prevenzione, recupero e smaltimento sicuro dei rifiuti.

Non dimentichiamo che tra i materiali di cui sono fatti molti dispositivi vi sono metalli pericolosi, quali il mercurio, il cadmio, il piombo, oltre ad altre sostanze come il cromo esavalente e gli isolanti come i PCB (policlorobifenili). Queste sostanze, oltre ad essere nocive allo stato libero, sono caratterizzate da un tempo di biodegradabilità lunghissimo.

Cerchiamo di capire nel concreto come si fa a smaltire in modo corretto un rifiuto elettrico od elettronico, ossia un RAEE.
Dal gennaio 2008, il D.Lgs. 151/05 stabilisce che la gestione dei RAEE sia affidata ai produttori delle apparecchiature, responsabili della pianificazione e della gestione dei complessi sistemi di raccolta.

Forse non tutti sanno che oggi è possibile riconsegnare gratuitamente il rifiuto elettronico al rivenditore, direttamente e senza alcun aggravio. Molti di noi, quanto meno chi era a conoscenza della innovazione introdotta dal decreto legislativo del 2008, potrebbero essersi imbattuti in commercianti che si sono rifiutati di ritirare il nostro vecchio ferro da stiro.
Questi commercianti contravvengono alla normativa in vigore? Non è del tutto così.

La norma infatti dispone nel dettaglio l’obbligo di ritiro di qualunque RAEE a carico dei negozi con una superficie di vendita pari o superiore ai 400 metri quadrati, mentre per i piccoli negozi al dettaglio, l’obbligo del ritiro è solo a fronte dell’acquisto di un nuovo elettrodomestico o dispositivo elettronico.

Per tutti c’è la facoltà di conferire personalmente il rifiuto alla più vicina Isola Ecologica. Si tratta di un centro di raccolta allestito dal Comune in apposita area, in cui i cittadini possono portare quei rifiuti che incompatibili con il normale sistema di raccolta, come i cosiddetti “ingombranti” (ad esempio, i mobili o gli elettrodomestici) e quelli speciali, come toner e cartucce.

Ogni rifiuto, in fase di smaltimento, subisce un trattamento diverso in base al proprio gruppo di appartenenza. La normativa individua cinque tipi di prodotti ai quali attribuisce uno specifico metodo di smaltimento.

Smaltimento Cellulari Usati e Vecchi

Non ci sono dubbi sul fatto che lo smaltimento del telefono cellulare o dello smartphone che non usiamo più perché sorpassato o non più di moda, oppure semplicemente perché si è rotto, sia diventato un onere per tutti noi.

Oltre ai canali tradizionali, citati in precedenza ma che qui ricordiamo, ossia conferimento volontario presso l’Isola Ecologica piuttosto che consegna al negozio di elettronica più vicino, sullo smaltimento dei telefoni cellulari è nato un fervido mercato. Navigando un po’ in rete, ma anche facendo due passi per le nostre città, ci imbatteremo senz’altro in negozi virtuali o fisici che vendono telefonini di penultima generazione usati e rigenerati.

L’idea che sta alla base di queste iniziative commerciali, peraltro fiorenti, è quella di acquistare dai privati i vecchi cellulari senza obbligo di acquisto del nuovo e pagare immediatamente la somma concordata in contanti.
Una volta entrati nella disponibilità del telefono, i tecnici saranno in grado di rigenerare l’apparecchio per dargli una nuova vita.

Con questo sistema, lo Smaltimento Cellulari Usati non solo rispetta la normativa, ma ci consente di fare buoni affari e guadagnare o risparmiare qualche euro.

Anche se tratteremo più avanti il tema del riciclo dei rifiuti, per i telefonini vogliamo segnalare che esistono strade alternative allo smaltimento che consentono il riutilizzo di questi dispositivi, anche se non nuovissimi, con qualche segno di usura ma funzionanti, per realizzare una forma di autoriciclo efficiente in termini economici e molto spesso eco-friendly:

  • scaricando una delle tante applicazioni disponibili, il nostro vecchio smartphone può essere usato come “telecomando universale” per controllare gli impianti audio e video della nostra casa;
  • esistono programmi che ci consentono di trasformare uno smartphone in disuso in un vero e proprio mouse per i nostri computer. Si può provare con “remote mouse”;
  • se la fotocamera del vecchio smartphone è ancora funzionante e garantisce una buona qualità di scatto e ripresa video, l’apparato può diventare una telecamera di sorveglianza da collocare in casa e far operare in nostra assenza. Un software utile allo scopo è “Silenteyes”.

Smaltimento Toner

Il toner e le cartucce inkjet della stampante, concluso il loro ciclo vitale, vengono dette “esauste” e sono considerate un rifiuto speciale e non possono pertanto essere collocati in uno dei bidoncini che abbiamo in casa, magari nella plastica o nell’indifferenziata, né possono essere riversati nei cassonetti presenti in strada, come fossero un rifiuto ordinario.
Ecco le possibili alternative:

  • isola ecologica;
  • specifici contenitori predisposti dal Comune presso enti pubblici, banche, assicurazioni, che periodicamente, ditte convenzionate ed autorizzate, andranno a ritirare e svuotare;
  • centri Eco Store. Negozi che consentono di portare le vecchie cartucce esauste e comprarne di nuove. Queste attività effettuano anche il servizio di ricarica delle cartucce, eliminando il problema di doversene disfare;
  • ritiro a domicilio da parte di imprese autorizzate previa separazione in contenitori speciali. Ottima soluzione per aziende di grandi dimensioni che hanno un sistema di gestione interna dei rifiuti speciali.

Smaltimento Pannelli Fotovoltaici

Molti di noi si saranno chiesti quanto costa e in che modo si smaltiscono i pannelli fotovoltaici ma soprattutto quanto lo smaltimento incida sull’investimento complessivo che abbiamo valutato o stiamo valutando per la nostra casa.

Un pannello solare riesce a svolgere la sua funzione energetica per almeno 25 anni. La preoccupazione sullo smaltimento potrebbe essere in effetti prematura.

Tuttavia, nel caso lo smaltimento avesse un costo di migliaia di euro potrebbe influire pesantemente sulla scelta se non addirittura renderla impraticabile.

Non tutti sanno che un moderno pannello fotovoltaico con celle in silicio cristallino è realizzato quasi completamente da materiali riciclabili che si integrano benissimo in un moderno sistema di trattamento e riciclo dei rifiuti elettronici ed è un RAEE a tutti gli effetti. Come tale può seguire le regole di smaltimento generali viste in precedenza.

A differenza di un comune elettrodomestico però, il pannello fotovoltaico, è collegato ad un impianto complesso e va quindi preventivamente disinstallato.

Si tratta di un’attività che è preferibile affidare ad una ditta specializzata che si potrà certamente anche occupare dello smaltimento.

Smaltimento Computer e Pc

Per i computer e i PC valgono le stesse regole dei telefoni cellulari e i conferimenti possono seguire le ormai note strade dell’isola ecologica o della consegna al punto vendita.

Vogliamo però approfittare di questo spazio per suggerire un’ulteriore possibilità ovvero, quella di donare gratuitamente gli apparecchi funzionanti ma obsoleti a scuole, centri di formazione, istituti professionali, e tecnici ma anche enti benefici che ci rilasceranno una dichiarazione di presa in carico e daranno una nuova vita ai nostri dispositivi per usi di interesse sociale e collettivo.

Per i più smart esiste la possibilità di disassemblare il vecchio PC e vendere on line i componenti funzionanti come pezzi di ricambio.

Smaltimento Batterie

La norma che disciplina lo smaltimento delle pile e degli accumulatori è il D.Lgs. 188/08 che ha recepito la Direttiva 2006/66/CE. Nel corso del 2016 il D.Lgs. 188/08 ha subito delle modifiche con l’emanazione del D.Lgs. 27/2016.

Il sistema che viene introdotto dalla normativa è incentrato sulla responsabilità dei “produttori” (ossia dei primi importatori o fabbricanti) di pile e di accumulatori ai quali si chiede di sovvenzionare tutte le operazioni, dall’informazione ai cittadini alla raccolta differenziata dei rifiuti, nonché di finanziare la realizzazione di sistemi di trattamento e di riciclaggio dei rifiuti di pile e di accumulatori.

Sono destinatari (a vario titolo) delle disposizioni contenute nel decreto:

  • il “produttore”;
  • il “distributore”.

Questo genere di rifiuto potrà pertanto essere conferito presso un punto vendita nel quartiere o nel centro di raccolta del nostro Comune.

Riciclare Rifiuti Elettronici

I rifiuti elettronici hanno un potenziale che forse molti di noi faticano ad immaginare. Come accennato in premessa, alcuni dispositivi sono ricchi di materiali pregiati, rari ed anche preziosi.

Senza contare l’enorme quantità di plastica di cui spesso sono costituti gli involucri degli elettrodomestici. I centri di raccolta e le società specializzate, sono in grado di effettuare il disassemblaggio dei vecchi dispositivi o elettrodomestici per procedere alla separazione dei materiali che li compongono.

Il riciclo è l’unico meccanismo virtuoso possibile in grado di garantirci un futuro eco compatibile. In Italia i Comuni stanno compiendo enormi sforzi per invertire i comportamenti legati alla gestione del rifiuto.

Per i più giovani in cerca di un’opportunità di lavoro, segnaliamo anche i numerosi franchising di smaltimento dei rifiuti elettronici. Un modo per avviare un’attività moderna, utile e all’avanguardia dal punto di vista tecnologico dal momento che molte di queste aziende hanno effettuato notevoli investimenti in tecnologia per la gestione dei rifiuti speciale.